Artemisia SELVATICA

Secondo Adam Michael “L’artemisia, nota anche come assenzio selvatico, amarella o canapaccio, dà un olio essenziale di colore giallo pallido e consistenza fluida, ottenuto per distillazione a vapore delle foglie essiccate. L’aroma ha notevoli potenza, intensità e profondità di lunga durata; dolce, erbaceo, amaro e di un liquoroso simile alla davana dall’inizio alla fine.
Esistono oltre 390 specie di artemisia, e la vulgaris cresce in Marocco, India, Turchia, Cina ed in tutta l’Europa dell’est. Il componente principale è l’α-tujone, potenzialmente irritante per la pelle e potenzialmente tossico; il materiale indiano ad esempio contiene oltre il 60% di α-tujone mentre questo, marocchino, ne contiene il 42.35%.
Il nome Artemisia si deve al Re Mausolo, satrapo di Caria (Turchia) fino alla sua morte nel 353 a.C. Il Re Mausolo sposò sua sorella, di nome Artemisia, e da allora la pianta è conosciuta col nome di sua moglie. Quando il Re Mausolo morì, sua sorella/moglie fece costruire in suo onore una tomba sfarzosa, detta appunto Mausoleo: il Mausoleo di Alicarnasso rappresentava una delle sette meraviglie del mondo antico.”

Secondo Arctander “L’olio essenziale si usa in profumeria per conferire freschezza e calore a colonie alla lavanda, fragranze talcate, fougère, al pino etc. L’olio essenziale di artemisia vulgaris si sposa a meraviglia con muschio di quercia, patchouli, rosmarino, lavandino, isobornylacetato, olio essenziale di aghi di pino, salvia sclarea, salvia spagnola, cumarina, decanolo, etc. L’olio è dotato di ottimo sillage, ed è stabile nei saponi. L’odore è molto più raffinato e balsamico di quello della foglia di cedro, cui l’olio in questione viene spesso paragonato.”

Nome Botanico: Artemisia vulgaris 

Origine: Marocco

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